La trasparenza è misteriosa: dentro non si vede niente.[1]
Raccontare una storia ed esprimere i moti dell'anima, questi sono i messaggi che l’arte di Roberta Maola intende inviare al suo spettatore che da principio non può negare di rimanere affascinato dalla maestria del segno e dall'autentica resa dei particolari. Ma dietro l'apparente iperrealismo dell'artista si nasconde un ulteriore intento, quello più legato al mondo dei pensieri e dei desideri, di un'arte che si estende al territorio del concettuale. Gli oggetti visibili in quanto reali, rappresentano ciò che tutti riconosciamo: boccette, ampolle e scrigni che non sono altro che luoghi, spazi abitabili della coscienza, aree di ricerca dedicate a diverse tematiche. Lo studio è lungo ed attento, come la resa dell'opera che l'artista porta avanti diligentemente con grande afflato e ricerca della perfezione. L'attenzione per i dettagli diventa funzionale per descrivere gli aspetti concettuali che ben si fondono con la trasparenza dei vetri degli attraenti contenitori, messaggeri di principi e valori legati alla psiche umana. Tali messaggi si fondono nel sapiente chiaroscuro e nel gioco alternato di luce ed ombra che rivelano paure e segreti desideri.
L'arte di Roberta Maola si propone come placebo dai mali del mondo per rassicurarci ed esorcizzare le brutture della vita. Sconosciute pasticche escono da uno dei preziosi contenitori, portatrici di serenità e benessere, valori sempre ricercati per catturare il più profondo entusiasmo. L'attesa è elemento incessantemente presente nel suo lavoro ed è una caratteristica che fa parte del suo processo creativo, dalla realizzazione fotografica, al successivo intervento di post-produzione, fino alla esecuzione grafica finale, la resa della tangibile consistenza appartenente alla propria realtà cognitiva, è una condizione che suscita nello spettatore riflessioni ed aspettative. I misteriosi ed enigmatici contenitori che esprimono un’attesa e una sospensione quasi da realismo magico, con le loro sfaccettature, riflessi e trasparenze accattivanti, fanno intuire, ma non rivelare pienamente il contenuto ed invitano ad essere aperti. Il disvelamento, come suggerito dai bigliettini allacciati sui coperchi, promette l’accesso al sogno alla speranza, all’amore, si offrono quindi all’osservatore come fossero dei doni.
La qualità del segno e della resa chiaroscurale è il mezzo per ottenere quel percorso introspettivo che non è il crogiuolo di un contenutismo psicologico, ma espressione di una poetica elaborata negli anni di formazione. La sua arte è emergenza di comunicazione e autonomia del fare pittorico, ma anche un originale desiderio di contatto con il reale.
Sarah Palermo
Roma Aprile 2016
[1] aforisma di Rinaldo Caddeo da “Etimologie del caos” (2003)
Transparency is mysterious: we cannot see anything inside
Roberta Maola’s art aims to tell a story and express the motions of the soul, her audience is immediately captured by the mastery of her line and the authentic accuracy of the details. But behind the apparent hyperrealism of the artist lies a further artistic intent, more connected to the world of thoughts and desires, that extends to the conceptual territory. The objects are visible for being real and represent what we all know: bottles, ampoules and chests that are nothing more than places where consciousness lives, fields of research for different matters. It is a long and careful study, like the rendering of the work that the artist diligently carries out with great inspiration and search for perfection. Attention to detail becomes an instrument to describe conceptual aspects, well blending with the glass transparency of the attractive containers, messengers of principles and values related to the human psyche. Such messages merge in the wise chiaroscuro and in the alternating variations of light and shadow that reveal fears and secret desires.
Roberta Maola's art is like a placebo for the pains of the world, it reassures us and exorcises the ugliness of life. The unknown tablets coming out from one of the precious containers bring serenity and well-being, values that are always sought-after to capture the deepest enthusiasm. Wait is a constant element in her work, it is a characteristic of her creative process, from the photographic realization, to the subsequent post-production intervention, final graphic execution, and rendering of the tangible consistency belonging to her own cognitive reality, and such a condition inspires the viewer’s reflections and expectations. The mysterious and enigmatic containers express wait and suspension, almost magical realism, with their captivating facets, reflections and transparencies partially showing the content without fully revealing it, thus inviting to be open. The relevant disclosure, as suggested by the notes tied on the lids, promises access to dream, hope, love which are gifts offered to the observer.
The quality of the line and the chiaroscuro rendering are means to obtain an introspective path which, rather than a melting pot of psychological content, is the expression of poetics developed during years of training. Her art is urgency to communicate and autonomy of pictorial making, but also an original desire to contact reality.
Sarah Palermo
Rome, April 2016
[1] aphorism by Rinaldo Caddeo, “Etimologie del caos” (2003)